Può la serigrafia essere sostenibile?

Può la serigrafia essere sostenibile?

Ne parliamo con Gianpaolo Coin, titolare di Grafco Srl

La sostenibilità è un argomento che ci sta molto a cuore, ma sappiamo di non saperne mai abbastanza. Ecco perché la nostra Erica, titolare di NOA, ha voluto scambiare due chiacchiere con Gianpaolo Coin di Grafco Srl, azienda attiva dal 1979 nella produzione e distribuzione di prodotti per serigrafia, stamperia tessile, flexo.

Associare la sostenibilità con un’azienda chimica potrebbe sembrare un controsenso, ma Grafco è l’esempio lampante che essere veramente green è possibile, in tutti i settori. Da sempre, mira infatti ad operare sempre di più secondo criteri di sostenibilità e minimo impatto ambientale.

Ma lasciamo che sia Paolo a raccontare tutto questo! Ecco com’è andata la chiacchierata.

E: CIAO PAOLO, GRAZIE PER AVERCI DEDICATO QUESTO SPAZIO. SONO MOLTO CURIOSA DI CONOSCERE IL TUO LAVORO IN TERMINI DI SOSTENIBILITÀ. MA ANDIAMO PER ORDINE. MI RACCONTI QUAL È LA TUA STORIA E PERCHÉ HAI INIZIATO A INTERROGARTI SU QUESTI TEMI?

Ma grazie a voi! Era da un po’ che cercavo qualcuno che volesse raccontare il nostro lavoro e metterlo nero su bianco per agevolarne la condivisione. Sono temi importanti questi.

Dunque, io sono un produttore di inchiostri e da anni ormai lavoro con prodotti di derivazione petrolifera che, come ormai sappiamo, sono il motore dell’industria tessile. Sappiamo anche però che questi sono prodotti altamente inquinanti e con il tempo ho iniziato a sentire una certa responsabilità. Perché se vogliamo lasciare qualcosa di buono a chi verrà dopo di noi bisogna pensarci ora.

E: TUTTO IL MOVIMENTO GREEN CHE STA NASCENDO SECONDO TE NON BASTA?

Sul discorso green vedo tanta confusione e penso che stia diventando ormai un riferimento economico e di marketing, più che etico. Oggi tutti dicono di essere green per i motivi più disparati: ma cosa significa veramente “green”?

Nella stragrande maggioranza, green si indica quando ci sono azioni di riciclaggio in cui non utilizzo nuovi prodotti e quindi nuovo petrolio, ma vado semplicemente a recuperarne di vecchio. Ma secondo me questa è una soluzione al 50% perché non faccio altro che trovare una scorciatoia per ridurre l'impatto di un prodotto. Ma non può essere un approccio risolutivo.

E: QUINDI TU COME HAI DECISO DI MUOVERTI PER CREARE PRODOTTI EFFETTIVAMENTE SOSTENIBILI?

Riciclare per me era una soluzione troppo limitante ma anche troppo lenta. Se vogliamo cambiare le cose, dobbiamo farlo da subito perché non abbiamo secoli, ma tempi molto più ristretti. È da questo approccio che ho iniziato a lavorare su prodotti sostenibili.

Il primo passo è stato analizzare la differenza tra il periodo pre e post petrolio nella serigrafia. Pensa che dagli anni 30 ad oggi sono stati prodotti qualcosa come 65.000 sostanze nuove di derivazione dal petrolio, le famose plastiche polimeri e tutto quello che ne consegue! Tantissime sostanze che poi si sono rivelate di difficile smaltimento.

Allora ho iniziato a studiare come si facevano i tessuti, le tinture, le stampa prima della scoperta del petrolio, nell’Ottocento circa. In azienda abbiamo cominciato a dare un'occhiata a quelli che sono i pigmenti o i coloranti di tipo vegetale e di tipo minerale e a tutto ciò che può essere diciamo classificato come “inerte”, ovvero a quelle sostanze che dopo l’utilizzo si degradano, spariscono o ritornano appunto come inerti alla terra.

Piante utilizzate per fare i colori Biotex

E: SARÀ STATO UN PERCORSO DIFFICILE! A CHE PUNTO SIETE ARRIVATI? SIETE RIUSCITI A TROVARE UNA SOLUZIONE O UN PRODOTTO CHE VI RENDA ORGOGLIOSI?

Sì, e lo è ancora. Pensare di fare un prodotto a zero impatto ambientale riuscendo a soddisfare le richieste del mercato di oggi continua ad essere una bella sfida. Ma siamo felici di essere riusciti a creare la linea BIOTEX, che è un prodotto biodegradabile. L’abbiamo testato su tutte le fibre di derivazione sia vegetale che animale come la lana, che quindi è stata tinta con un prodotto biodegradabile con pigmenti di derivazione vegetale e minerale e il risultato è molto soddisfacente! Soprattutto considerando le difficoltà che abbiamo incontrato. Siamo per esempio arrivati a fare il giallo, il rosso, il verde, il nero e più recentemente anche il blu.

E: STUPENDO! MA NON È UNA SOLUZIONE LIMITATA SOLO ALLE PICCOLE PRODUZIONI?

In realtà abbiamo visto che si possono fare cose interessanti con questo tipo di prodotto e siamo convinti che anche i grandi numeri possono essere approcciati con queste tecniche. La difficoltà sta nel valutare bene costi e ricavi. Inoltre, stiamo parlando di prodotti di derivazione agricola, quindi c’è il rischio di andarsi a scontrare con l’utilizzo di terreni dedicati alla produzione di cibo. Insomma, può esserci un conflitto di interesse. Ma se il discorso diventa economicamente interessante, allora ecco che potrebbe esserci un cambio di rotta. Sta tutto nel riscoprire le potenzialità delle fibre di origine naturale.

E: MI TROVI D’ACCORDISSIMO. QUESTO È ANCHE IL MOTIVO PER IL QUALE DA NOA ABBIAMO COMINCIATO ANCHE A TESTARE A NOSTRA VOLTA QUESTI TIPI DI PRODOTTI. L’OBIETTIVO ANCHE PER NOI È ARRIVARE E DARE L'OPPORTUNITÀ AI NOSTRI CLIENTI DI POTER FARE ANCHE LE LORO PICCOLE TIRATURE CON COLORE NATURALE SU UN CAPO VERAMENTE ETICO.

Così bisogna muoversi! Anche perché si sta già iniziando a parlare molto di più di eticità aziendale, dove le aziende vengono divise in etiche e non etiche. E qui sarà chiaro chi sarà disponibile a cambiare rotta e chi invece deciderà di proseguire sulla stessa strada percorsa fino ad oggi.

E: VERISSIMO. LA DIFFICOLTÀ PERÒ STA NELLO SPIEGARE TUTTO QUESTO AI NOSTRI CLIENTI. È DIFFICILE FARE CHIAREZZA, ANCHE CONSIDERANDO LA POCA AFFIDABILITÀ DELLE CERTIFICAZIONI CHE SONO NATE NEGLI ULTIMI ANNI. NON CREDI?

Sì, assolutamente. Le certificazioni sono diventate una specie di medaglia che un'azienda si appunta per dire che ha fatto qualcosa apparentemente sostenibile. Ma non è ancora chiaro quanto queste siano valide ed effettivamente utili e sono veramente poche quelle controllate e che danno garanzie.

Noi, per esempio, siamo un’azienda con certificazione ZDHC (Zero Discharge of Hazardous Chemicals) che si focalizza sui principi di trasparenza e di gestione delle sostanze chimiche secondo un approccio integrato di prevenzione e precauzione. Secondo me questa è una delle certificazioni più affidabili perché alla base c'è sempre un'analisi e un approccio tecnicamente valido.

E: MI DOMANDO INFATTI QUANTO VALE AD ESEMPIO L’ETICHETTA “ORGANIC” QUANDO UN CAPO ARRIVA DAL BANGLADESH…

È proprio quello di cui parlavo.  Le etichette, soprattutto nell’industria tessile, raccontano solo una parte della produzione di questi prodotti. Ma non ha senso fare un capo che è per il 95% green senza pensare a tutti gli aspetti inquinanti che lo circondano come possono essere il trasporto, lo smaltimento, la durata del capo ecc…

È importante iniziare a valutare ciò che è vero e ciò che non lo è. Ognuno deve iniziare a fare quello che può nel proprio settore per ridurre o azzerare addirittura il nostro impatto. Solo così vedo un futuro.

E: TUTTO QUESTO È ESTREMAMENTE INTERESSANTE PERCHÉ MI RENDO CONTO CHE C'È VERAMENTE POCA CONSAPEVOLEZZA LÀ FUORI SULL’IMPATTO CHE HA IL NOSTRO SETTORE E SU COME FUNZIONA LA GESTIONE DELLA SOSTENIBILITÀ E TUTTO IL DISCORSO DELLE ETICHETTE. GRAZIE PER QUESTA INTERVISTA, SIAMO FELICI DI POTER RACCONTARE IL TUO LAVORO PER CONTRIBUIRE A FARE UN PO’ DI CHIAREZZA IN PIÙ SU QUESTO ARGOMENTO!